Certi abbandoni sono sempre pericolosi, col gran rischio di cadere nel generico e nell'indifferenza mascherata di belle e stanche divagazioni. Ma se dico che in questi versi da Leopoldo Baroni c'è la freschezza di un mondo reale, e che su ogni accento luce o tenebra, calura o tramontana intesson le cronache ideali di una nostra consolata cittadinanza, so bene che questa mia felicità di lettore è un dono troppo sottile. Altri ragioneranno; io godo. E di una cosa son certo: nessuno, oggi, persuade con altrettanta gentilezza.

Questa, d'altra parte, è una poesia senza misteri, senza maceranti itinerari che il lettore debba scoprire e ripercorrere per arrivare a conoscerla. I suoi arcani, se di arcani è il caso di parlare, sono gli stessi di un'umana esistenza ricca di quegli affetti e di quegli abbandoni che lampeggiano nella coscienza di tutti e che solo il poeta è capace di ridurre in armonia di parole. E le parole, qui, son tanto vive, tanto miti e benigne, che la loro spontaneità par che sciolga i turbamenti di un nostro amaro silenzio di incapaci.

E così non abbiamo difficoltà ad accontentare il Baroni e a seguirlo nel desiderio di rispettare la quieta solitudine in cui vive: non parleremo di " ammirazione " né adatteremo la circostanza alle formule correnti nella vita letteraria. Sibi et paucis, egli torna fra noi con questo libro per lasciare un'immagine di sé ai figli e agli amici. Dai lontani esordi sulla a Riviera Ligure " a oggi, dalla compagnia di molti che avrebbero caratterizzato il meglio delle nostre lettere alle pagine che ora vedon la luce, il passo è lungo; e c'è di mezzo tutta una carriera d'uomo. Parlare di "ammirazione” non sarebbe giusto: sembrerebbe un modo solenne per distaccarci da pagine e versi che ci son troppo cari e che semmai ci muovono a gratitudine e invidia. Gratitudine del calore che danno, invidia per la lezione di stile e di umanità.

Oggi, nel mondo la poesia corre vie traverse, e la desolazione procurata dall'insolenza dei tanti verseggiatori inutili e cocciuti non poi consolata fino in fondo dalle rare voci veramente commosse, che incrudeliscono sui nostri affanni. E il Baroni forse è uscito salvo dal naufragio senza rendersene conto: le poche strade del suo mondo quotidiano, i pochi saluti delle sue giornate, sono lo sfondo ininterrotto di un privilegiato isolamento . Non conosce i nostri caffè; il suo nome compare di rado nelle nostre gazzette. A chi ci chiedesse chi egli sia, risponderemmo: è un uomo felice. Il giro del sole e delle stagioni, l'amorosa e muta intimità di qualche gran libro, la saggezza umilmente imparata di giorno in giorno, han dato alla sua voce la 1impidezza delle cose di natura. Le poesie che seguono, ne sono lo specchio.

 

  FERDINANDO GIANNESSI

Prefazione di Ferdinando Giannessi