FIORI I MIEI PENSIERI

 

Ha l'anima sue vie

come la terra e 1'oceano.

Senza numero a noi, senza nome; per dove

volti incessantemente passano,

voci passano. E stagioni.

Ombre. Misteri...

                                 Luminosa

sei tu . Smeraldo e oro. E quando

tu, giunta appena sulle rondini

e sul vento, fuggitiva passi

per una qualunque via

dell'anima mia, fiori i miei

pensieri nel tuo splendore

si spalancano tutti

ATTO DI GRATITUDINE

 

Perché la gioia mi dai

di viver soltanto

del mio lavoro anziché

del frutto di pingui ricchezze

cumulate con 1'usura

e 1'inganno dagli avi miei,

grato, o Signore, Ti sono.

 

Perché la grazia mi fai

d' aver per 1' amore e il dolore

non più che un' umile casa

cui fa 1'eco sonora, e i poggi

che dolci stànnole accosto

coronano di serenità

grato, o Signore, Ti sono.

 

Perché vuoi Tu che ogni giorno

nell'occhio dì fiore, nel viso

delle mie creature colga

col primo bacio-sorriso

la forza anch'essa per sostenere

vita e fatica,

grato Ti sono, o Signore.

PIU' CHE TERRE E’ ARGENTO

 

Questo: il bene che senza

nulla ricevere ho dato,

baci, amore che andando

persi lungo la via,

più che terre e argento

la mia vita che omai

1'arco autunnale degli anni discende,

ricca, doviziosa fa.

 

PER L'ERTA

 

Tu che rose non cogli,

né cogliesti

nel tuo disincantato

mondo forse mai

(pur sei fresca d'anni

e vene, ed occhi hai

ghiotti alla bellezza

e presti);

 

per 1' erta che a f atica

salgo, ove che luca

nulla è, ma solo sassi

e ortica, tu

volto d'ombra sfogli,

ecco, pudicamente,

qualche tua rosa

ebbra e caduca.

RICONCILIAIZONE

 

Stamani così leggero

il mio passo. Di sasso

in sasso nel sole vado

come su giallo-rosato zendàdo

disteso. Fiorite,

candide siepi, per me?

Ritrovo parole smarrite

negli anni, doni lontani

caduti dal cavo delle mie mani.

Alberi, amici cari ! Cielo pieno

di tenerezza, bianco e blu!

Oh nulla più

stamani

mi pesa.

Non ho di che stare in attesa,

di che rammaricarmi ancora.

Sono, entro questa cangevole ora,

fronda che oscilla, acqua

che súfola e salta.

O sole, paternità alta!

Io voglio solamente ora

vagare per la diffusa mattina

e cantare, pellegrino felice

del suo destino.

 

FEBBRAIO

 

Primavera dei gabbiani,

dei pesci, d'altri lidi. Qui

verno ancora. Glaciali vette

allevano nebbie e mostri

di nuvoli. L'orto è morto.

Lungo le invetrate acque

del rio gattici e pioppi via

per il grigio tempo

fuggono, spettri cui è lupa

la bora...

                     Oh, qua !

Qua un fiammifero, ch'io

riacceso il camino,

ti scaldi anc'oggi alla fiamma,

mia tenera solitudine.