VITE DEL CANADA'

 

Impenitenti civette,

certe vecchie s' imbellettano

pure in punto di morte.

 

                                   E tu,

che altro fai, vite? Raggiunta

dal fiato dell' autunno - aspro

ora che autunno è tra le svine

di porpora ti pingi tutta,

come se invece d'avviarti

pian piano all'imo scalo

ti preparassi a far galloria.

COSI', GUARDA, CAMMINI

 

La selvatichezza

delle tue forre

l'hai tutta. C'è scorza

di pino e la sassicaia in te.

Mentre a farti ogni giorno

più ruvido fuggi il mondo

e t'intani. Conosco pruni

che per meglio inasprirsi

vita deserta

menano morsi dal rovaio

su scrimoli di gioghi.

Vorresti esser pruno

scommetto.

 

A me piaci. Sarà forse

perché le profondità

mi attraggono, e che non è

il tuo cuore

bozzo piovano sulla via.

 E' gorgo: gorgo cupo.

Ali come gabbiani lo rigano.

Tonfa e sbava di tempesta.

E ti pesa il cuore. Tanto

che certi giorni, chi ti vede,

par che tu sia gobbo.

Così, guarda, cammini.

 

STELLE

 

Voi, mondi di mistero,

andate, ardete, come me, bench'io sia

punto effimero d' ombra, e voi

luce sul volo tacito delle ore

perenne. .. ; ma 1'amore voi,

1' amore che le nostre urge

anime affaticate, che me si stracca

e strugge, o stelle, stelle, pellegrine

stelle per 1'ignoto abisso

dei cieli, e le ansie, 1'odio,

il tanto dolor prescritto

a quest'opaca aiuola nostra,

dite, sapete, stelle, voi?

 

ASPETTAZIONE

 

Caduto il vento,

una stupefatta chiarità

è 1'aria. Parole fragili

di tenerezza olivi e pini

si commettono a fior di labbro:

le ultime fioche parole. Poi,

per ascoltare la sera,

tacciono.

Imminente è la luna. Già

sulla perlata pagina

del cielo, 1'alone,

trionfale arco d' oro,

spazia solitario e grande.

Tra pino e pino

ella si affaccerà,

si alluminerà. Le case

gli occhi al crinale, mute,

stanno aspettando. E gli orti.

E le vie, smemorate di passi,

ora.

Io mi sento vólto

del colore delle case:

esangue: in quest'ora

trepida.

 

IERSERA LA LUNA

 

Di quel vocerio basso

giù in salotto ecco come andò.

La finestra, mi ero dimenticata;

e la luna, un cocomero di fuoco

iersera,

infilatasi nella stanza

e fatto lume: a Sveglia!,

aveva intimato: Sveglia,

sveglia!", ai mobili, alle

tende, ai tulipani lilla e viola

del vaso, sì, perfino al fagiano

steso pancia all' aria

tra 1' insalata: tre cesti

di lattuga d' un verdolino chiaro,

sempre più chiaro ,

hai visto?, che al centro

fanno palla come le verze:

d'ignoto; trattenendosi poi

con 1'intera combutta

a scherzare.

LA LANTERNA

 

O Poesia, verità in fiore,

luce, melodioso incanto,

che della cupa anima tanto

fai le ambagi sonore;

 

t'abbia di cosa inutile

1'aspro barattiere in conto,

vano contro i tuoi cieli affronto,

lepidezze sputi;

 

a me, per questa via trita,

sei fede, sei face che meco

nell'oscurità reco

d'ombra romita.