RAGNI

 

Laboriosi artieri!

Tessendo senza spola

né licci

fanno reti e tralicci

da pescar brine e rugiade, la notte

nei boschi. Lunghe gramaglie,

crespi d'ombra intrisi

sospendono all' esangui

palpebre del silenzio entro tufate

stalle, o nei solai

dove penetra il vento

a visitare gli aerei telai.

 

Tesso e tesso, romito

ragno, io pure senza licci

né calcole né spole, ma no,

non anche senza scontentezza .

Gracile è questo filo

di tristezza e tedio

prescritto dalla sorte alla sbiadita

tarlatana della Inia vita,

e mani accorte e cuore

paziente ci vuole

a tesserlo ogni dì,

ogni dì,

cosi...

MEDITAZIONE

 

I1 sole che stamani foglie morte

bagna appena d'un oro, nella corte,

 

sì dilavato che non par che sia,

ha il volto della mia malinconia .

 

PINO SOLITARIO

 

Io che 1'amaro pane conosco ,

che so 1' unghia e il rostro

del dolore, solitudine, anni,

stanchezza, oh fare

come te, magro pino, che

scordati geli e strini,

1'orco buio del nembo onde fosti

brucato e cionco,

ti risollevi

dentro questo cielo d'ali:

bevi il sole, bevi

il vento, e sereno stai,

o ti patulli appena tentando

fare spiaggia della sassicaia

col tuo povero ombrello

aperto

un po' reclino: savio sei: savio

e bravo: e il tuo destino

accetti.

 

LA VITA CHE NON EBBI

 

Fonti e colline (come te

Ippolito) sett'otto capre

un cane, bisaccia a tracolla

e via, via fra i sassi.

Oggi a valle,

domani a monte.

Mangiar pane di mistura

e da bere acqua di fonte.

E fare coi merli e col vento

svagato delle solitudini

a chi fischia meglio.

 

NOVEMBRE

 

Tutto il gran giorno ieri

altro non fu che una litania stanca

dì pioggia. E lungo la notte

stanotte. E piove piove ancora.

Se apro i vetri fiumane lontane via

per anditi e stanze fuggono, echi

svegliando

a fior d'ombra.

 Pure amica

questa disseminata voce

ora mi giunge, e grato m' è

1' udirla si paziente

raccontare a tegoli ed orti 1' oscuro

suo pianto, mentre tutto 1'altro tace,

e le velate ali

la sera

sulla stanchezza delle soglie stende.