Dino Landi

ORFEO E EURIDICE

Maggio Drammatico in tre atti.

Grande successo della Compagnia

 “Pietro Frediani” alla prima Europea

nell’Abbazia di Royaumont a Parigi.

Fra le molte poesie che Dino Landi ha scritto,

ne ho scelte undici, dieci scritte dal 1990 al 2005

più una senza titolo del 1944.   

 

Maggi Popolari.

Orfeo e Euridice

La storia di Naccheri

Il segno della Croce

La Pastorella di Montemoraio

ESTATE 1990

 

Arido il poggio, sulle stoppie aleggia

l'aria mossa dal torrido calore

più sulla quercia il merlo non gorgheggia

il caldo ha chiuso il canto dell'amore.

 

Vorrei sdraiarmi in mezzo ad un ruscello

oppur nel fondo cupo delle grotte

e trasformarmi come un pipistrello

e perdermi nel fresco della notte.

CASTAGNO

 

Vecchio castagno, quando la castagna

cade dalla spinosa area conchiglia

mentre la nebbia sul pendio ristagna

a raccoglierti vien varia famiglia.

Ora no !.Ma in passato era cuccagna!

nella precarieta; Che meraviglia

se il paiolo era pieno di ballotte

e se piena di vino era la botte.

L’OLIVO

 

Anche tu vecchio olivo tanto caro

storica pianta simbolo di pace

l'olio che tu produci è come un faro

che da tanta salute, e tanto piace

è prezioso alimento, anche l'ignaro

turista assaggia e molto si compiace

e con elogio parlano fra loro

di questo indiscutibile tesoro

 Al  metato  sul  Colle  

di  Volpaia restaurato

 

Quanto  tu dici a me vecchio Metato,

lassù, sul colle di Volpaia, nel pari,

merito è di color che ti han  salvato

dalla  rovina: bravi volontari.

 

Quanti  ricordi dentro te racchiudi

E  spandi al mio pensiero, immaginando,

temporali improvvisi, inverni crudi,

gente che corre frettolosa ansando.

 

Per   asciugarsi un poco al fuoco   acceso

Cadono le castagne, soffia  il vento

il  canniccio è già pronto su disteso

fatica  tanto il boscaiol contento

 

Con la speranza di poter portare

Tante castagne sotto il suo metato

Per avere d'inverno al focolare

II  dolce frutto appena, macinato.

 

Ma, dopo abbandonato  al  tuo destino

Vecchio  metato rimanesti solo

Si  allontanò  il padrone, il contadino,

forse un compagno ti  restò: l'assiolo.

 

Ora però che  presso te si siede

Ripulito con, molta  maestria,

chi ama il monte e sente, intorno vede

un  qualcosa di fiaba, e di  magia. .

Avanti          Indietro          Poeti        Home page