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S. PIETRO (capo degli Apostoli - festeggiato il 29 giugno). Nato (?); morto a Roma, ca. 64.
Era un pescatore del Mar di Galilea, sposato e fratello di Sant'Andrea insieme al quale fu chiamato a seguire Cristo e a essere un "pescatore di uomini". In origine era chiamato Simone, ma Gesù gli conferì il titolo aramaico di "Kephas" (Gv. 1,42), che significa "pietra". Questo titolo fu spiegato quando, in risposta alla dichiarazione di Simone: " Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente", il Signore gli disse: " Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa" e gli conferì "la chiave del Regno dei Cieli" ed il potere di "legare e sciogliere", poi esteso anche agli Apostoli (Mt. 16,16-19; 18,18). Il Nuovo Testamento dà numerose prove della posizione unica di Pietro fra gli Apostoli e mette in evidenza l'ardente impetuosità del suo carattere e come all'inizio egli non avesse compreso la messianicità di Cristo. Poche ore dopo aver assicurato al suo Maestro: "Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò", di fatto egli negò tre volte di conoscerlo davanti ai servi del sommo sacerdote ebreo; ma dopo la resurrezione Pietro fu il primo degli Apostoli a cui Gesù apparve e in seguito il Signore risorto si fece dare da lui una triplice assicurazione del suo amore, al che gli ripetè quali erano le sue responsabilità: "Pasci i miei agnelli. Pasci le mie pecorelle" (Gv. 21, 15-19). San Pietro fece ciò valorosamente e fedelmente, come si può vedere dagli Atti degli Apostoli. Fu lui il capo della comunità cristiana; lui ordinò che venisse occupato il posto lasciato vacante fra gli Apostoli da Giuda Iscariota; lui arringò la folla nel giorno della Pentecoste; lui compì miracoli in nome di Cristo, la sua stessa ombra risanava i malati (At. 5,15); lui emise la sentenza su Anania e Saffire; per due volte rifiutò di essere ridotto al silenzio dal sinedrio ebraico, ammise al battesimo il primo gentile, Cornelio, fu imprigionato da Erode Agrippa e fuggì grazie a un intervento divino; fece visite missionarie e pastorali alla Samaria, ad Antiochia (secondo la tradizione fu il primo vescovo della città) e ad altri luoghi. Ad Antiochia fu rimproverato da san Paolo per aver temporeggiato sulla questione se era lecito mangiare insieme ai gentili (Gal. 2, 11-21); in seguito parlò energicamente contro l'imposizione a essi dell'obbligo della circoncisione: anche a loro, disse, è stato concesso lo Spirito Santo e i loro cuori sono purificati dalla fede (At. 15,7-11). La tradizione, secolare ma non esplicitamente riferita nel Nuovo Testamento, secondo cui san Pietro andò infine a Roma e vi fu messo a morte è stata messa in dubbio, di tanto in tanto, nelle epoche successive; ma le ricerche degli studiosi moderni hanno molto contribuito a confermarla. Che Pietro sia stato martirizzato sotto Nerone è indiscusso; si dice che fu crocifisso a testa in giù (su sua richiesta), ma questo è molto incerto. Sempre la tradizione indica come suo sepolcro il punto su cui sorge l'altare della basilica vaticana; i risultati di scavi eseguiti recentemente in quel luogo sono impressionanti e di grande interesse, ma non del tutto conclusivi su questo punto. Non sembrano esservi ragioni per dubitare che Pietro sia l'autore della prima epistola del Nuovo Testamento che porta il suo nome, ma la paternità della seconda è stata messa in dubbio da alcuni studiosi. Tutti sono d'accordo che il Vangelo di Marco riporta l'insegnamento di Pietro. Altre antiche opere che sarebbero state scritte da o su di lui sono apocrife; una di esse, gli Atti di Pietro, è la fonte della storia secondo cui il santo, fuggendo dalla persecuzione scoppiata a Roma, incontrò Cristo sulla strada e gli chiese: "Signore, dove vai?" ("Quo vadis Domine?"). Cristo rispose: "Vengo a farmi crocifiggere di nuovo", al che Pietro tornò indietro per incontrare il suo martirio. Nell'arte san Pietro è simboleggiato da due chiavi incrociate.
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