S. FRANCESCO SAVERIO (missionario - festeggiato il 3 dicembre).
Nato a Pamplona, 1506; morto a Sancian, 1552; canonizzato 1622.

Il grande pioniere delle missioni nelle Indie Orientali e in Giappone apparteneva a una buona famiglia basca della Navarra spagnola. Mentre studiava all'università di Parigi subì l'influenza di sant'Ignazio di Loyola e fu uno dei primi sette gesuiti che si consacrarono a Dio a Montmartre nel 1534. Nel 1541 fu inviato con due compagni nell'India portoghese; dopo un viaggio durato tredici mesi essi sbarcarono a Goa e nei sette anni successivi Saverio lavorò in quella città, tra i pescatori di perle di Parava nell'estremo sud dell'India, a Ceylon, nella penisola malese e nelle isole Molucche, visitando ogni tanto il quartier generale di Goa. Le sofferenze dei nativi, sia quelle che si infliggevano fra di loro che quelle provocate dai portoghesi, producevano, disse, "una ferita permanente nella mia anima".
L'oppressivo sfruttamento da parte degli europei e la vita dissoluta di tanti di essi erano due dei principali ostacoli al lavoro dei missionari, cosa di cui Saverio parlò molto francamente nelle sue lettere al re del Portogallo. Il numero di persone che battezzò è stato talvolta molto esagerato, come pure i miracoli a lui attribuiti, ma effettivamente egli ottenne numerose conversioni fra il popolo di casta inferiore, anche se non ebbe né comprensione né simpatia per le religioni indiane e non ottenne alcun successo tra i bramini.
San Francesco lasciò la Malacca per il Giappone nel 1549. Dopo aver imparato un po' di lingua giapponese a Kagochima si diresse con i suoi compagni (tre dei quali erano cristiani giapponesi) a Kyoto e a Yamaguchi dove, come rappresentante del re del Portogallo, ricevette una buona accoglienza ed ebbe la libertà di insegnare.
Passò due anni in Giappone; poi affidò i suoi convertiti alle cure di un prete portoghese e tornò a visitare la sua missione indiana. Nel 1552, partì per la Cina, un paese che a quel tempo era chiuso agli stranieri. Una nave portoghese lo sbarcò sull'isola di Sancian, vicino alla foce del fiume Chu-Kiang; mentre aspettava una giunca cinese, il cui capitano aveva accettato di farlo scendere segretamente sul continente, si ammalò e dopo due settimane morì in una capanna, senz'altra compagnia che quella di un giovane cristiano cinese che lo aveva accompagnato da Goa. Aveva solo quarantasei anni. Il suo corpo fu riportato a Goa, dove è ancora conservato. Una delle fonti primarie per la vita di san Francesco Saverio è costituita dalle sue lettere, molte delle quali sono state preservate; alcune sono molto lunghe e dettagliate. Esse danno un vivo quadro del loro autore e delle condizioni in cui lavorò in modo così modesto e disinteressato.

Francesco Saverio è santo patrono dei missionari cattolici romani nei paesi stranieri.

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