Adad dio del vento, della tempesta e dei flutti, è il figlio di Marduk, Nabu.

Adonaj Quando, nel VII secolo d.C., i dotti masoreti si accinsero a dotare di vocali i libri biblici per renderne più sicura la tradizione testuale, inserirono nel tetragramma sacro le vocali di "Adonai", dando luogo alla forma "Yehowah" che sta all'origine del nome Geova.

Agopuntura   Antica tecnica terapeutica di origine cinese, attualmente diffusa anche in Occidente, in cui aghi estremamente sottili vengono infissi in determinati punti del corpo, collocati lungo 26 linee del corpo, che vengono definite meridiani. La tecnica dell'agopuntura si ricollega alla filosofia taoista, e si basa sulla convinzione che nel corpo vi sia un equilibrio di energie di diverso tipo che regolano i processi vitali. La malattia non sarebbe altro che la manifestazione di un disequilibrio tra le diverse energie; la stimolazione mediante aghi di precisi punti del corpo consentirebbe di ripristinare la condizione di equilibrio e di sbloccare i punti in cui l'energia si è accumulata. L'applicazione dell'agopuntura si estende dalla terapia di malattie psicosomatiche alla cura del dolore come sintomo di diverse patologie (asma, gastrite, colite); inoltre, questa tecnica è risultata efficace come anestetico nel corso di interventi chirurgici con paziente sveglio come parti cesarei e rimozioni di tumori cranici. Un'interpretazione degli effetti positivi ottenuti tramite agopuntura è quella secondo cui gli aghi infissi determinerebbero uno stato prossimo al sonno, come si riscontra dall'analisi di elettroencefalogrammi di pazienti trattati; inoltre, sembra che vi sia un'azione di risposta dell'organismo all'infissione degli aghi che stimolerebbe il sistema immunitario; ancora, vi sarebbe anche un'azione di inibizione della sensibilità al dolore grazie alla stimolazione di alcuni punti del sistema nervoso autonomo.

Ahura Mazda Il supremo creatore secondo lo zoroastrismo, la religione diffusa in Persia (odierno Iran) prima dell'introduzione dell'Islam, nel VII secolo. Il termine Ahura era originariamente riferito a 33 deità regnanti nelle religioni prezoroastriane in Persia e in India. Zoroastro, il profeta che fondò lo zoroastrismo, predicò contro tutti gli altri dei eccetto Ahura Mazda che, diceva, avrebbe dovuto essere adorato per l'eternità. Ahura Mazda significa "Saggezza di Dio" nell'antica lingua persiana dell'Avesta. Negli scritti che riportano gli insegnamenti di Zoroastro, è caratterizzato come un dio benevolo e saggio, contrapposto ad Angra Mainyu, un demone il cui proposito è distruggere la terra e i suoi abitanti.

Ahura Mazda non ha una forma fisica, ma gli zoroastriani lo adorano attraverso i suoi attributi, o Amesha-Spenta (Santi Immortali). Gli Amesha-Spenta riflettono i differenti aspetti della divina natura di Ahura Mazda, quali l'Afflato Creativo, la Rettitudine, i Buoni Propositi, la Devozione, il Potere, la Salute e la Lunga Vita. Alcuni vengono considerati maschili, altri femminili. Gli studiosi a volte paragonano gli Amesha-Spenta agli angeli del cristianesimo.

Ahura Mazda è simboleggiato dal fuoco, considerato dagli zoroastriani la sostanza più sacra per il fatto che rappresenta l'emanazione divina. Poiché il fuoco simboleggia il potere, la presenza e la purezza di Ahura Mazda, deve costantemente essere tenuto acceso nei templi del fuoco. Questi sacri fuochi sono curati da un sacerdote con carica ereditaria, che deve conoscere le preghiere ed eseguire le funzioni rituali.

Ahura Mazda fu dapprima adorato ufficialmente come un dio onnipotente dal re persiano Dario I (521?-486 a.C.). Il suo culto continua oggi soprattutto in India, presso Bombay, tra i parsi, zoroastriani che migrarono dall'Iran nel X secolo; altre comunità di zoroastriani sopravvivono anche in Iran. Per esprimere la loro fede, i membri della comunità dovrebbero indossare vesti speciali, osservare sette festività nazionali e pregare cinque volte al giorno. Alla fine dei tempi, i seguaci di Zoroastro prevedono la resurrezione di tutti i credenti in un regno terrestre comandato da Ahura Mazda.

Alchimia Antica arte, esercitata soprattutto durante il Medioevo, che mirava a trasformare i metalli comuni, in particolare il piombo, in oro o argento. Alla serie di tecniche artigianali impiegate venivano attribuite valenze religiose che simboleggiavano il cammino spirituale verso la meta dell'immortalità. Sebbene i suoi propositi fossero spesso dubbi e illusori, l'alchimia può essere considerata, sotto molti punti di vista, l'antenata della chimica moderna. Dopo Paracelso, gli alchimisti europei si divisero in due gruppi: i primi si dedicarono alla scoperta di nuovi composti e reazioni con metodi rigorosamente scientifici e possono essere considerati i legittimi predecessori dei chimici moderni.

Allah - Maometto (La Mecca 570 ca. - Medina 632), principale profeta dell'Islam, da talune fonti considerato il fondatore di questa religione, nonostante ciò sia una semplificazione da un punto di vista storico e religioso. In una prospettiva religiosa, l'Islam è per i musulmani monoteismo puro, fede nella dottrina dell'unicità di Dio che Allah ha rivelato all'umanità a partire dalla creazione per mezzo di numerosi profeti; da un punto di vista storico l'Islam, quale noi lo conosciamo, è una religione complessa e non va quindi intesa come opera di un singolo individuo.

Amesa Spenta    Il Dio Ahura Mazda non ha una forma fisica, ma gli zoroastriani lo adorano attraverso i suoi attributi, o Amesha-Spenta (Santi Immortali). Gli Amesha-Spenta riflettono i differenti aspetti della divina natura di Ahura Mazda, quali l'Afflato Creativo, la Rettitudine, i Buoni Propositi, la Devozione, il Potere, la Salute e la Lunga Vita. Alcuni vengono considerati maschili, altri femminili. Gli studiosi a volte paragonano gli Amesha-Spenta agli angeli del cristianesimo.

Anael    Arcangelo inferiore oggi praticamente scomparso dalla liturgia Cristiana.

Angelo Spirito celeste ritenuto messaggero o intermediario tra Dio, o gli dei, e l'umanità. Tutte le religioni si concentrano sulle relazioni attuali e potenziali dell'uomo con il mondo sovrannaturale. Nell'antica religione greca, nell'ebraismo, nel cristianesimo e nell'Islam si pensa che di tali relazioni si occupino gli angeli (dal greco ànghelos, "messaggero"), emissari divini inviati per istruire, comunicare informazioni o impartire ordini agli uomini. Un angelo può avere inoltre funzione di custode, di guerriero celeste e anche di forza cosmica. La partizione tra angelo buono e cattivo, o diavolo, non è tuttavia sempre chiara; gli angeli, pertanto, possono essere generalmente descritti come forze personali che mediano tra il divino e l'umano.

Angra Mainyu  Negli scritti che riportano gli insegnamenti di Zoroastro, è caratterizzato come un dio benevolo e saggio, contrapposto ad Angra Mainyu, un demone il cui proposito è distruggere la terra e i suoi abitanti.

Anima Corpo etereo composto di materia astrale, registra e trattiene tutte le esperienze della vita terrena.

Arcangelo Un angelo, o una creatura celeste di gerarchia superiore rispetto agli angeli. Nella letteratura ebraica e cristiana, i quattro più noti sono Michele, Gabriele, Raffaele e Uriel. Nell'Islam si crede che quattro arcangeli custodiscano il trono di Allah. Secondo la tradizione cristiana, gli arcangeli appartengono all'ottavo dei nove cori angelici. In ordine gerarchico discendente, i nove cori comprendono: serafini, cherubini, troni, dominazioni, virtù, potestà, principati, arcangeli e angeli.

Arconte  Angelo di grado superiore agli Arcangeli

Ario, il sacerdote alessandrino che negò la natura divina di Gesù Cristo entrando in conflitto con il suo vescovo nel 319 e subendo la condanna all'esilio nel 325. Ario insegnava che, essendo Dio ingenerato e senza principio, il Figlio, seconda persona della Trinità, in quanto generato non può essere considerato Dio come il Padre e non esiste dall'eternità, ma è stato creato, come tutti gli altri esseri, per volontà del Padre, cosicché fra Padre e Figlio non sussisterebbe un legame di natura ma di adozione. Queste dottrine furono condannate nel 325 dal concilio ecumenico di Nicea: i 318 vescovi che vi parteciparono elaborarono un simbolo di fede, tuttora utilizzato dai cristiani, per proclamare il Cristo come Figlio di Dio "generato e non creato, della stessa sostanza del Padre". La condanna solenne non riuscì comunque a fermare la diffusione dell'arianesimo e la sua strumentalizzazione in chiave politica: fu l'imperatore Costantino a richiamare Ario dall'esilio nel 334 e, per influenza di personaggi di spicco quali il patriarca di Costantinopoli Eusebio di Nicomedia e lo stesso imperatore Costanzo II, la fede ariana acquisì per alcuni anni, fino al 359, la dignità di religione ufficiale dell'impero. Nacquero poi all'interno del movimento alcune divisioni fra i cosiddetti "semiariani" che, pur accettando i principi del simbolo niceno, avanzavano perplessità circa l'identità di sostanza fra il Padre e il Figlio, e la corrente più intransigente che non esitava a proclamare la natura totalmente diversa del Figlio rispetto al Padre, mentre un terzo gruppo considerava anche lo Spirito Santo come realtà creata al pari del Figlio. Con l'ascesa al trono di Valente dopo la morte di Costanzo II nel 361, si ebbero i primi segnali di un ritorno all'ortodossia nicena, dichiarata fede unica e ufficiale dall'imperatore Teodosio nel 379, e ribadita come tale dal concilio di Costantinopoli del 381. L'arianesimo sopravvisse comunque per altri due secoli fra i popoli germanici che erano stati convertiti al cristianesimo da missionari ariani.

Simbolo niceno-costantinopolitano Professione di fede cristiana. Il primo simbolo niceno (o credo) propriamente detto venne adottato al concilio di Nicea, convocato nel 325 per dirimere una controversia a proposito delle persone della Trinità e della divinità di Cristo; il concilio dichiarò Cristo homooúsios (greco, "della stessa sostanza" del Padre) per correggere l'errore della fazione omoiusiana ("di sostanza simile").

Un successivo simbolo niceno, chiamato più propriamente niceno-costantinopolitano o costantinopolitano, si fonda sul simbolo del IV secolo composto sotto l'influenza del vescovo di Gerusalemme, san Cirillo. È contenuto nell'Ancoratus di sant'Epifanio di Salamina ed è tradizionalmente, ma erroneamente, attribuito al I concilio di Costantinopoli, svoltosi nel 381. Delle 178 parole di questo secondo "simbolo niceno" solo 33 sono tratte sicuramente dal simbolo del 325. Il secondo credo, considerato come ecumenico da orientali e cattolici e dalla maggioranza delle Chiese riformate, utilizza la forma singolare per le parole che dovrebbero esprimere consenso: "credo", "spero", "confesso". Al concilio di Toledo (589), la Chiesa occidentale aggiunse l'espressione Filioque.

Astrale    Zona indefinita dove vengono registrati tutti gli eventi dell’uomo. Lo spirito vi soggiorna per un periodo non definito in rapporto al suo stato di purezza.

Basilio il Grande (Cesarea di Cappadocia 329 ca. - 379), padre e dottore della Chiesa, patriarca del monachesimo orientale, santo. Nato da una ricca famiglia, Basilio studiò ad Atene e Costantinopoli, dove conobbe Gregorio Nazianzeno, al quale fu legato da profonda amicizia. Dopo aver visitato celebri eremiti in Egitto e Siria, abbandonò la carriera pubblica e praticò l'eremitaggio in una sua proprietà sul fiume Iris (Neocesarea); qui attese alla composizione di una regola monastica, che in seguito venne adottata dall'ordine monastico (soprannominato dei "monaci basiliani") da lui fondato nel 360 ca. Alla Regola di Basilio, cardine del monachesimo orientale, obbediscono tuttora ordini sia cattolici sia ortodossi. Famoso per la sua sapienza e la santità della sua vita, fu convocato dal vescovo di Cesarea, Eusebio, per difendere la dottrina cristiana contro le dottrine eretiche degli ariani. Nel 370 divenne egli stesso vescovo di Cesarea, ufficio che mantenne fino alla morte.

Bilocazione Astrale   Possibilità di sdoppiarsi attraverso uno stato meditativo

 Bilocazione possibilità di separare la mente dal corpo 

  Bilocazione Astrale  possibilità di separare la mente dal corpo per entrare nella zona detta Astrale   

Biopsicochimica  Energia prodotta dalla volontà del sensitivo per riportare a livelli ottimali la chimica dei corpi.

Biopsicoradiante  Energia prodotta volontariamente dalla volontà del sensitivo a beneficio di tutte le formre di vita.

Bioradiante Energia irradiata dalle mani di un sensitivo.

Buddhismo Zen Indirizzo di pensiero sorto in Cina dall'incontro del buddhismo mahayana con il taoismo e diffusosi prevalentemente in Giappone a partire dal XII secolo: "zen" è la forma giapponese della parola cinese chan, a sua volta connessa con il termine dhyana, che in sanscrito esprime la condizione contemplativa che libera la mente dalla distinzione fra il sé e la realtà esterna. Si tratta del tentativo, comune anche ad altre scuole buddhiste, di superare i condizionamenti delle proprie sensazioni attraverso la consapevolezza del "vuoto" (sunyata) che caratterizza tutte le cose.

 

Campo Astrale  Zona indefinita dove vengono registrati tutti gli eventi dell’uomo. Lo spirito vi soggiorna per un periodo non definito in rapporto al suo stato di purezza.

Cassiel    Arcangelo inferiore oggi praticamente scomparso dalla liturgia Cristiana.

Cherubini  Nella Bibbia, essere celeste, alato, angelico. Nell'antico pensiero ebraico gli angeli hanno caratteri antropomorfici, mentre i cherubini hanno ali e caratteri zoomorfici. La loro rappresentazione può derivare da quella di antichi dei o spiriti mediorientali; nell'angelologia cristiana, invece, i cherubini costituiscono la seconda in altezza delle nove gerarchie angeliche.

Dio collocò i cherubini alla porta orientale dell'Eden per impedire agli esseri umani di rientrare nel giardino e raggiungere l'albero della vita (vedi Genesi 3:24). I cherubini inoltre sostengono o fungono da trono di Dio (vedi Salmi 80:2; 18:11). La descrizione dettagliata e fantasiosa che ne fa Ezechiele (1:4-28; 10:3-22) contribuì in larga misura al loro ingresso nella storia dell'arte. Nell'islamismo i cherubini glorificano incessantemente Allah.

Chiarovegente    Sensitivo che vede o intravede il futuro

Ciacra   Zona piccolissima del corpo dove si concentra l’energia vitale e che diffonde agli organi collegati. Energia sottile che può interagire con lo spirito.

Concilio Assemblea convocata per deliberare e decidere sulla dottrina e altri argomenti del cristianesimo. Prima del XII secolo il termine era usato come sinonimo di sinodo, termine che attualmente, tuttavia, indica in senso stretto un concilio diocesano a cui partecipa il clero di una diocesi ed è normalmente presieduto da un vescovo. Altri concili, in ordine gerarchico ascendente, sono: provinciale, primaziale, nazionale, patriarcale e generale o mondiale.

La Chiesa cattolica annovera negli annali ventuno concili ecumenici, che traggono il loro nome dal luogo in cui si sono tenuti; gli ortodossi e molti protestanti riconoscono unicamente l'autorità dei primi sette; Martin Lutero accettava solo i primi quattro.    

  Corano (arabo al-Qur'an), il testo sacro fondamentale dell'Islam. Il termine arabo significa lettura o recitazione di un testo a fini liturgici; potrebbe trattarsi della forma arabizzata di una parola siriaca, che indica il libro contenente quelle che, per i musulmani, sono rivelazioni consegnate da Allah (Dio) a Maometto durante la sua vita di profeta alla Mecca e a Medina nei primi decenni del VII secolo. Le rivelazioni erano state trasmesse in lingua araba e, secondo la tradizione musulmana più diffusa, avvenivano attraverso l'arcangelo Gabriele (Jibrail). I seguaci di Maometto impararono a memoria le rivelazioni che il profeta recitò loro e talvolta le trascrissero su oggetti come foglie di palma, schegge d'osso e pelli di animale. Dopo la morte di Maometto, avvenuta nel 632, i suoi seguaci, intorno al 650, durante il califfato di Othman, conferirono loro la forma nella quale attualmente conosciamo il Corano. Poiché l'arabo scritto presenta solo le consonanti, secondo la tradizione le vocali vennero introdotte nel testo successivamente. Dal IV secolo del calendario islamico (cioè dal X secolo), tra i metodi di lettura (ovvero di aggiunta delle vocali) del testo che erano nel frattempo nati, ne vennero considerati accettabili solo sette.

Costantino I  il Grande Flavio Valerio Costantino (Naisso, l'odierna Niš, in Serbia 274 ca. - presso Nicomedia 337), imperatore romano (306-337), il primo a convertirsi al cristianesimo. Fondò Constantinopoli (l'odierna Istanbul), che rimase la capitale dell'impero bizantino fino al 1453.

Demonii   Enti che servono il Bene e il male.

Demonio. Angelo infernale, nome attribuito a Satana o Lucifero

Dualismo In filosofia, la teoria secondo la quale l'universo è intelligibile soltanto come un tutto composto da due elementi distinti e reciprocamente irriducibili. Si può distinguere anzitutto fra un dualismo religioso e un dualismo filosofico, il quale a sua volta si scinde in dualismo metafisico e dualismo epistemologico.

Il dualismo religioso

Nell'antica religione persiana di Zoroastro si afferma l'esistenza di due divinità contrapposte, il Bene e il Male (ovvero la Luce e le Tenebre), in lotta fra loro. Tale opposizione non è però solo evidente sul piano cosmico, ma si ripropone all'interno dell'uomo. "Ci sono due spiriti irriducibilmente opposti", è scritto nell'Avesta, "nel pensiero, nella parola e nell'azione. L'uno apporta la vita, l'altro la morte. I due spiriti si affrontano in ogni uomo, e si affrontano dalle origini fino alla fine dei tempi". Questa concezione fu ripresa anche nel manicheismo, contro cui si rivolse la riflessione teologica di sant'Agostino, il quale pure vi aveva inizialmente aderito. L'atteggiamento dualistico del manicheismo ispirò anche alcune eresie medievali, in particolare quella dei catari.

Dualità unità contrapposte di uguale forza e natura con polarità diversa.

Dualità binaria unità contrapposte di uguale forza e natura con polarità uguale.

Elementari  enti di varia natura nati dalla vita stessa e dal pensiero umano.

Energia Bioradiante   energia vitale del corpo umano che può essere irradiata nel corpo di un’altra persona per  ripristinare il prana momentaniamente disarmonizzato

Elementari  forze prodotte dalle passioni umane e da eventi naturali. 

Enti - Entità   per descrivere un tipo di energia legato allo stato evolutivo

Eoni forze della natura, questi enti sono immortali e non riconoscono ne il bene che il male

Sono molto pericolosi perché non riconoscono il prana umano.

Esoterico  Esoterismo L'insieme delle dottrine e delle pratiche, riservate ai soli iniziati, attraverso le quali raggiungere una conoscenza superiore. I gruppi esoterici (dal greco esoterikós, "interno") si costituiscono di solito attorno a un maestro, o a figure ritenute in grado di possedere e rivelare un sapere occulto, e consentono ai candidati di far parte del gruppo solo dopo accurati esami e riti.

Esoterismo L'insieme delle dottrine e delle pratiche, riservate ai soli iniziati, attraverso le quali raggiungere una conoscenza superiore.

I gruppi esoterici (dal greco esoterikós, "interno") si costituiscono di solito attorno a un maestro, o a figure ritenute in grado di possedere e rivelare un sapere occulto, e consentono ai candidati di far parte del gruppo solo dopo accurati esami e riti.

Etereo  corpo sottile. Anima. Spirito disincarnato. Luogo.

Eusebio di Cesarea (? 260 ca. - Cesarea di Palestina 340), vescovo e scrittore cristiano greco; fu chiamato Eusebio Pamphili dal nome dell'amico e maestro Panfilo di Cesarea, alla cui vasta biblioteca Eusebio attinse per la stesura delle sue opere. Eusebio lavorò con Panfilo anche a un'edizione della Bibbia dei Settanta, ricavata dal testo che si trova nell'Esapla di Origene, e alla preparazione di una Apologia per Origene in cinque libri (perduti).

Dopo un periodo di prigionia in Egitto, dovuto alle persecuzioni dei cristiani agli inizi del IV secolo, nelle quali Panfilo morì martire, Eusebio venne rilasciato e intorno al 314 divenne vescovo di Cesarea. Nel 325 tenne il discorso inaugurale al Concilio di Nicea, nel quale accolse il simbolo atanasiano, anche se ai sinodi di Antiochia (324) e di Tiro (335) mostrò propensioni per l'arianesimo.

A Eusebio si devono molti scritti storici, tra i quali la la Cronaca, una storia universale pubblicata nel 303, nonché i Canoni evangelici, un sistema di rimandi ai Vangeli che migliorò l'opera del teologo alessandrino del III secolo Ammonio. Questi aveva diviso il Vangelo di Matteo in 355 sezioni, quello di Marco in 236, quello di Luca in 342 e quello di Giovanni in 232; Eusebio scrisse il numero di ciascuna delle cosiddette "sezioni di Ammonio" a margine del testo e creò dieci tavole per la consultazione. Autore prolifico, si dedicò soprattutto alla letteratura apologetica; nella Storia ecclesiastica, ricostruì le vicende della Chiesa delle origini dalla venuta di Cristo fino al 324.

Genio  Ente creato dal pensiero umano, può interagire con l’uomo indipendentemente dal suo volere.

Gnomi  Enti immortali depositari della materia, che dominano e la mantengono stabile.

Gregorio di Nissa  Gregorio di Nissa (Cesarea di Cappadocia 335 ca. - Nissa 395 ca.), santo, vescovo di Nissa, in Cappadocia, e fratello di san Basilio, fu tra i primi padri della Chiesa. Gregorio prese moglie ma, alla morte di questa, entrò nel monastero fondato da Basilio nel Ponto, vicino al fiume Iris. Intorno al 371 venne ordinato prete dal fratello e nominato vescovo di Nissa. La posizione religiosa di Gregorio era rigidamente ortodossa: egli fu assai zelante nel combattere la dottrina dell'arianesimo. Gli ariani lo accusarono di brogli in occasione della sua elezione al vescovado, e di cattiva gestione dei fondi, reato per cui Gregorio fu condannato ed esiliato da Nissa dal 376 al 378. Al suo ritorno fu acceso sostenitore della posizione ortodossa contro gli ariani al primo concilio di Costantinopoli nel 381. L'anno seguente venne inviato a riorganizzare le Chiese arabe. La sua fama di teologo è legata a trattati come Contro Eunomio, in difesa del simbolo niceno; Grande catechesi, in difesa della Chiesa cristiana contro ebrei e pagani; Sulla Fede, contro gli ariani; e Dieci sillogismi, contro gli apollinaristi, alleati, sotto molti aspetti, dei manichei.

Gregorio Nazianzeno (Nazianzo, Cappadocia 330 ca. - 390 ca.), santo, padre e dottore della Chiesa. Studiò ad Alessandria e ad Atene e venne battezzato nel 360 dal vescovo di Nazianzo, suo padre. In seguito, insegnò retorica a Nazianzo, recandosi spesso in visita al romitaggio dove viveva l'amico Basilio, con cui condivise un periodo di vita ascetica. I due compilarono un'antologia di scritti di Origene, chiamata Philokalía (in greco, "amore del bello"). Quando Basilio, nel 370, divenne vescovo di Cesarea, offrì a Gregorio il vescovado di Sasima, in Cappadocia. Gregorio preferì però la vita da eremita fino alla morte del padre.Nel 379 circa, Gregorio fu chiamato a Costantinopoli per combattere l'eresia ariana; qui tenne cinque orazioni sulla Trinità e fu nominato vescovo. Bersagliato da critiche e lamentazioni, per prevenire uno scisma nella comunità ortodossa nel 381 tornò a Nazianzo e vi rimase fino alla morte. Le sue opere includono circa 45 sermoni, 243 lettere e 407 poemi dogmatici e morali; celebre il carme autobiografico Sulla propria vita.

Hare Krishna   Una delle tre correnti dell'induismo (insieme allo shivaismo e allo shaktismo), la comunità Hare Krishna valorizza particolarmente la devozione a Krishna, imponendo ai suoi membri uno stile di vita ascetico, con dieta rigorosamente vegetariana, astinenza dal fumo, dall'alcol, e dal sesso non finalizzato alla procreazione. Fondato da A.C. Swami Bhaktivedanta Prabhupada negli Stati Uniti nel 1966, il movimento si diffuse rapidamente anche in Europa occidentale soprattutto fra i giovani, che nella spiritualità dell'India videro soddisfatto il loro desiderio di pace e felicità. I suoi membri indossano abiti tipicamente indiani – gli uomini hanno abitualmente il capo rasato e vivono in comunità dedicandosi allo studio della Bhagavad-Gita, al lavoro e alla recita, anche in pubblico, di formule rituali come "Hare Krishna, Hare Rama". La comunità è stata al centro di polemiche e d'accuse di plagio in merito ai metodi di reclutamento dei nuovi adepti

He Spirito, ente, energia,forza.

Idga   dio del vento nel culto popolare cinese.

Incantesimo   Pratica di magia rossa. Viene richiesta per unire, dividere, attirare, rendere docile un animale o persona.

Increata    cosa non creata, (Dio)

Induismo Religione tradizionale dell'India, praticata da oltre 700 milioni di fedeli. Il termine italiano "induismo", connesso con il nome dell'India, trova il suo antecedente etimologico nella parola persiana hindu, che veniva utilizzata per indicare il fiume noto anche in Occidente come Indo. Già dal V secolo a.C. il termine "indù" indicava per estensione gli abitanti della terra dell'Indo, e quindi dell'intero subcontinente indiano, mentre per l'Islam la parola acquisì una connotazione religiosa, in riferimento agli abitanti non musulmani di quelle terre; in questo senso l'italiano definisce "indù" i seguaci della religione più antica dell'India, presentati invece dalla tradizione locale come "coloro che credono nei Veda" o come "coloro che seguono la legge (dharma), accettano la divisione della società in classi (varna, ovvero le caste) e vivono le quattro fasi (asrama) della vita umana".

Gli dei e il culto

In questa prospettiva i fedeli rivolgono la loro devozione preferibilmente a una delle divinità principali del pantheon indiano, a Shiva, a Vishnu o alla dea madre, la Devi, considerando ciascuno di essi come manifestazione dell'assoluto universale, personificato anche nella divinità creatrice, Brahma, il regolatore della legge del karma. Contemplando l'estasi erotica della sua seconda sposa, Sarasvati, talvolta indicata anche come sua figlia, Brahma si sarebbe ritrovato con cinque teste, prima che Shiva gliene mozzasse una per punirlo del rapporto incestuoso con la figlia: i devoti di una delle tante correnti shivaite usano ancora come ornamento un teschio, come Shiva fu costretto a fare dopo il suo gesto cruento, fino al giorno in cui si sarebbe purificato dal sangue del padre immergendosi nelle acque del Gange nel luogo dove oggi sorge la città sacra di Benares.

Shiva assume così a livello cosmologico il ruolo di distruttore e, nello stesso tempo, rigeneratore del mondo, colui che dispensa la morte, ma anche la vita; nei templi a lui dedicati, la sua forza creatrice viene rappresentata sotto forma di fallo, linga, il principio maschile che, unendosi al principio femminile, yoni, determina la creazione primordiale concepita come annullamento di ogni dualismo nelle forme dell'assoluto universale. Secondo la leggenda, Shiva fu condannato ad assumere un aspetto fallico per non avere interrotto, pur trovandosi al cospetto del saggio Bhrgu, la sua unione sessuale con Parvati, uno degli aspetti con i quali si manifesta la dea madre; questa natura così esplicitamente sensuale del dio non impedisce comunque che egli eserciti la funzione di divinità principale degli asceti, che lo raffigurano come un saggio dedito all'esercizio dello yoga. Una delle pratiche più tipiche proposte dalla tradizione indiana come via per armonizzare le esigenze della vita attiva con l'ideale della rinuncia è la prescrizione delle quattro fasi della vita (asrama), alle quali dovrebbe conformarsi il brahmano devoto, osservando un regime di castità assoluta durante il periodo di formazione giovanile, prima di compiere i suoi doveri di padre di famiglia fino alle soglie della vecchiaia, quando si ritirerà nella foresta alla ricerca della liberazione, per raggiungere, nell'ultima tappa del cammino, una condizione simile a quella dei sannyasin, gli asceti della rinuncia assoluta.

svilupparono intorno alle figure di Shankara, il teorico del monismo più puro, e di Ramanuja, animato invece dal desiderio di conciliare la fede nel brahman assoluto e senza attributi con la devozione a una divinità dotata di attributi peculiari. Questi due orientamenti si inquadrano nell'ambito del vedanta, uno dei sei sistemi fondamentali della filosofia indiana, che rielaborarono dialetticamente le dottrine dell'induismo rivestendole di contenuti di alto livello speculativo, a differenza di quanto accadde negli ambienti del tantrismo, movimento anch'esso eterogeneo ma unito dalla spiccata tendenza a sublimare la dimensione materiale dell'esistenza attraverso l'esaltazione della componente più propriamente erotica dell'unione fra il principio divino maschile e quello femminile. Questi caratteri, chiaramente visibili, ad esempio, nelle pratiche della setta fondata nel XVI secolo da Chaitanya, che celebrava l'unione di Krishna con la sua sposa Radha, appaiono anche nell'opera dei più celebrati poeti mistici indiani. Alcuni di essi, come Kabir, vennero influenzati anche dall'Islam e soprattutto dalla tensione mistica propria del sufismo.

Indulgenza Nella religione cattolica, la remissione totale o parziale dinanzi a Dio dei peccati di un fedele, vivo o defunto, concessa, come forma straordinaria di intercessione, dall'autorità ecclesiastica.

Nella Chiesa antica sacerdoti e vescovi imponevano severe pratiche penitenziali ai colpevoli di peccati gravi: digiuni, pellegrinaggi, flagellazioni e altre punizioni di maggiore o minore entità per un periodo di tempo determinato. Le autorità della Chiesa, col tempo, le sostituirono con opere di devozione (come preghiere e offerte) accompagnate da indulgenze.

Solo nel XII secolo la riflessione teologica si concentrò sulla questione delle indulgenze: in principio si verificò qualche opposizione alla pratica, ma verso la fine del secolo l'atteggiamento dei teologi divenne gradualmente più favorevole, mentre la concessione delle indulgenze divenne prerogativa del papa. Nel corso del Medioevo e in età umanistica si verificarono abusi nella concessione delle indulgenze: la loro vendita, in virtù della quale i benefici spirituali venivano ottenuti automaticamente, spinse Martin Lutero a spezzare i legami con la gerarchia cattolica, innescando la Riforma protestante.

La Chiesa cattolica concede ancora indulgenze, benché se ne sia semplificata la pratica sin dal 1967, con l'introduzione di riforme che limitano le occasioni in cui ottenere indulgenze e riducono i periodi corrispondenti.

Kundalin   Gli adepti imparano da un guru come sprigionare la loro energia psicosessuale, simbolicamente rappresentata da un serpente avvolto alla base della spina dorsale (Kundalini). La forza deve raggiungere il centro energetico (chakra) più alto, quello cioè posto alla sommità della testa: solo così l'adepto sperimenta in se stesso l'unione del dio e della dea.

Yoga  Uno dei sei sistemi classici della filosofia indù, caratterizzato da notevoli esempi di controllo del corpo e da speciali poteri che si attribuiscono ai devoti pervenuti ai livelli più alti della meditazione. Lo yoga afferma la dottrina secondo la quale, praticando determinate discipline, è possibile giungere all'unione con l'oggetto di conoscenza.

Jhwh—Geova Nome del Dio del popolo ebraico nella traslitterazione erronea dal testo ebraico masoretico. La parola consta delle consonanti JHVH o JHWH, e delle vocali del termine Adonai ( "mio Signore"). Quali fossero le vocali originali è argomento di dibattito, poiché, in base a testi come Esodo (20:7) e Levitico (24:15), era fatto divieto assoluto di pronunciare il nome di Dio, la cui trascendenza era assoluta. Tuttavia gli scribi, nella lettura, lo sostituirono con "Signore", trascrivendo così i segni delle vocali per questa parola nella struttura consonantica JHVH come memento per i futuri lettori. I traduttori dall'ebraico, non avendo compreso quanto avevano fatto gli scribi, lessero la parola come era scritta, interpretando i segni degli scribi come appartenenti al nome di Dio piuttosto che come l'avvertimento scritto a non pronunciarlo; ne derivò il termine "Geova".

Il tetragramma sacro YHWH esprime il nome di Dio, che probabilmente in origine si sarebbe dovuto pronunciare come Jaweh o Yahweh, parola riconducibile alla radice del verbo "essere". infatti in un passo fondamentale del libro dell'Esodo (3:14) Dio si rivela a Mosè proclamando: "Io sono colui che sono", una proposizione che ha dato luogo a infinite discussioni in sede esegetica, ma il cui significato non appare comunque discosto dall'idea esprimibile compiutamente con le parole: "Io sono colui che è", nel senso che Dio definisce se stesso come entità reale e realtà suprema per eccellenza, che, nel contesto specifico dell'esodo del popolo di Israele dall'Egitto, rende manifesta la sua presenza di liberatore della sua gente dalla schiavitù. La tradizione israelitica considera illecito pronunciare il nome di Dio. Esso, a motivo dell'uso tipico della scrittura ebraica di non registrare le vocali, compariva nella redazione antica della Bibbia in forma consonantica come Yhwh, sostituito nella lettura con il termine più generico Adonai ("Signore"), in quanto soltanto il sommo sacerdote era autorizzato, una sola volta all'anno (durante la festa dello Yom Kippur), a pronunciare solennemente il nome ineffabile della divinità. Quando, nel VII secolo d.C., i dotti masoreti si accinsero a dotare di vocali i libri biblici per renderne più sicura la tradizione testuale, inserirono nel tetragramma sacro le vocali di "Adonai", dando luogo alla forma "Yehowah" che sta all'origine del nome Geova.

Signore onnipotente e legislatore, Dio esige dal suo popolo un'assoluta fedeltà e un'obbedienza incondizionata alla sua legge, promulgata solennemente sul monte Sinai ai tempi dell'esodo e registrata compiutamente nei primi cinque libri della Bibbia, detti, per l'appunto, "Torah", "legge" in ebraico, ai quali si affiancano i libri profetici e gli altri scritti canonici. La vicenda storica del popolo di Israele è interpretata dalla tradizione ebraica secondo una prospettiva teologica, come luogo privilegiato dell'intervento di Dio, che assiste costantemente il suo popolo assicurandogli la salvezza di fronte ai numerosi e potenti nemici, in virtù dell'alleanza stabilita per l'eternità; la sofferenza, elemento costante nella storia degli ebrei fin dall'antichità, soprattutto dopo la vicenda drammatica della deportazione a Babilonia nel 586 a.C., è la conseguenza tangibile dell'infedeltà del popolo eletto ai precetti della sua religione e ai doveri dell'alleanza. Dio è comunque sempre disposto a rinnovare l'alleanza, risollevando gli israeliti prostrati dall'oppressione e infondendo loro nuove speranze.

Jod  undicesima lettera semitica

Liturgia   Corpus di riti prescritti per il culto pubblico formale. Benché il termine venga talvolta applicato al culto ebraico, esso è collegato particolarmente con le preghiere e cerimonie dell'eucaristia. Il rito, basato su diversi resoconti dell'ultima cena, venne codificato attorno al IV secolo cristallizzandosi in quattro liturgie: antiochena, o greca, alessandrina, romana e gallicana, da cui sono derivate tutte le altre.

Il gruppo antiocheno comprende la liturgia clementina delle Costituzioni apostoliche, non più usata; la liturgia siriaca di san Giacomo, usata dalla Chiesa giacobita e dalle Chiese di rito orientale siriane; la liturgia greca di san Giacomo, usata una volta all'anno a Gerusalemme; la liturgia siriaca dei maroniti; la liturgia siriaca usata dalla Chiesa nestoriana; la liturgia malabarese, usata dai cristiani di san Tommaso in India; la liturgia bizantina, praticata in varie lingue dalle Chiese ortodosse; la liturgia armena, usata dai georgiani e dalle Chiese armene di rito orientale.

Lucifero  o Satana  Angelo che nella letteratura Cristiana è capo degli angeli che si ribellarono a Dio

Luogo di tempo creato  corrisponde alla creazione dell’universo

Lutero, Martin ( 1483-1546), teologo e riformatore tedesco, artefice della Riforma protestante.

L'esordio della Riforma

Secondo la testimonianza di Melantone, peraltro non presente ai fatti, il 31 ottobre 1517 Lutero affisse sulla porta della Cattedrale di Wittenberg 95 tesi redatte in latino, in cui esprimeva la sua opposizione alla vendita delle indulgenze promossa da Leone X per la raccolta di fondi destinati a completare la basilica di San Pietro a Roma. Le tesi di Lutero, tradotte immediatamente in tedesco e divulgate, vennero discusse sia a Wittenberg sia in altre città tedesche, provocando l'intervento della Curia romana che, dopo aver convocato Lutero dinanzi al cardinale legato Caetano e dopo un confronto a Lipsia nel 1519 con il teologo Johannes Eck, ne condannò l'insegnamento il 15 giugno 1520 con la bolla Exsurge Domine di Leone X, prima di scomunicarlo nel gennaio del 1521. Convocato a comparire di fronte all'imperatore Carlo V alla Dieta di Worms nell'aprile del 1521, Lutero fu invitato a ritrattare le sue tesi; egli rifiutò, sostenendo che le sue convinzioni derivavano dalla Scrittura e che nessuno era tenuto ad agire contro la propria coscienza. Messo al bando dall'imperatore, fu salvato con un finto rapimento dal suo protettore, il principe Federico III il Saggio di Sassonia, che lo nascose nella fortezza di Wartburg, dove Lutero tradusse in tedesco dal greco il Nuovo Testamento.

 

Dizionario

Magia Pratica con la quale si presume di influenzare il corso degli eventi o di acquisire conoscenza tramite mezzi soprannaturali. È legata all'alchimia, all'occultismo, allo spiritismo, alla superstizione e alla stregoneria. Il termine deriva dagli antichi magi persiani, le cui occupazioni sacerdotali includevano la relazione con l'occulto. Credenze e pratiche magiche esistevano nella maggior parte delle culture e in molte permangono in varie forme, tra cui la predizione del futuro, la comunicazione con i morti, l'astrologia e la credenza nei numeri fortunati e nel malocchio.

La magia può essere benefica o malefica: la magia bianca è utilizzata per guarire o respingere gli effetti della magia nera; quella nera è invocata per nuocere agli altri a proprio vantaggio, o addirittura per uccidere. Le pratiche magiche possono essere raggruppate in quattro categorie. Nella cosiddetta magia simpatetica, l'effetto è perseguito tramite la rappresentazione simbolica dell'atto desiderato e l'uso di oggetti associati. Ad esempio, si colpisce un nemico menzionandone il nome in una formula magica, bruciandone unghie o capelli, o trafiggendone l'immagine. Allo stesso modo, si acquisiscono le forze o capacità di un animale utilizzando utensili fabbricati con i suoi resti o mangiandolo, concezione, quest'ultima, sulla quale secondo alcuni si fonderebbe il cannibalismo. Nella divinazione, invece, la conoscenza segreta è acquisita grazie ai presagi (interpretazione di vaticini o prodigi), all'estrazione a sorte, all'astrologia (interpretazione delle posizioni e congiunzioni astrali) e alle espressioni verbali di persone quali oracoli o medium in stato di trance. Alla terza forma di pratica magica, la taumaturgia o capacità di operare miracoli, appartengono l'alchimia e la stregoneria. Quarta forma di magia è l'incantesimo, che agisce tramite la ripetizione di formule magiche o di versi contenenti i nomi di esseri sovrannaturali o delle persone da aiutare o colpire. Di solito i riti magici sono una combinazione di queste diverse forme.

Manicheismo Antica religione fondata nel III secolo dal persiano Mani (216 ca. - 276 ca. d.C.). Per alcuni secoli ebbe una vasta diffusione e fu tenacemente avversata dai principali teologi cristiani.

Dottrine

Mani si proclamava l'ultimo profeta di una serie che comprendeva Zoroastro, Buddha e Gesù, le cui rivelazioni parziali si completavano nella sua dottrina. Oltre all'influenza dello zoroastrismo e del cristianesimo, il manicheismo rivela una chiara matrice gnostica.

L'universo manicheo si suddivide in due regni rivali, quello della Luce (Spirito), governato da Dio, e quello delle Tenebre (Materia), governato da Satana: in origine separati, i due regni si trovarono coinvolti in perpetua lotta dopo che, per una catastrofe primordiale, il regno delle Tenebre invase quello della Luce. La stirpe umana è il risultato di questa lotta, espressa dalla contrapposizione dualistica tra un corpo materiale e un'anima spirituale; l'umanità dovrà redimersi mediante la conoscenza del regno della Luce rivelato dal succedersi dei messaggeri divini, da Buddha a Cristo fino a Mani: con tale conoscenza l'anima può dominare i desideri carnali e ascendere al regno divino.

I manichei si dividevano in due gruppi secondo il grado di perfezione spirituale: gli "eletti", vegetariani, astemi e tenuti al celibato, si dedicavano esclusivamente alla predicazione, e potevano sperare nell'ascesa al regno della Luce dopo la morte, mentre agli "uditori" era consentito il matrimonio, era prescritto di celebrare una festa settimanale e di servire gli eletti in cambio della possibilità di rinascere come membri della classe superiore. Alla fine dei tempi tutti i frammenti di Luce divina sarebbero stati redenti, il mondo distrutto, e i due regni separati per l'eternità.

Espansione e influenza

Per circa un secolo dopo la morte di Mani il manicheismo si diffuse dall'impero romano fino in Africa settentrionale e in Cina: tra i suoi adepti, prima della conversione al cristianesimo, figurò sant'Agostino. Benché in Occidente fosse già scomparso come religione autonoma nei primi secoli del Medioevo, l'influsso di elementi del manicheismo si può notare nelle eresie dualistiche di albigesi e bogomili; molte convinzioni della fede gnostico-manichea sopravvivono anche in alcuni movimenti moderni, come la teosofia e l'antroposofia.

Maometto (La Mecca 570 ca. - Medina 632), principale profeta dell'Islam, da talune fonti considerato il fondatore di questa religione, nonostante ciò sia una semplificazione da un punto di vista storico e religioso. In una prospettiva religiosa, l'Islam è per i musulmani monoteismo puro, fede nella dottrina dell'unicità di Dio che Allah ha rivelato all'umanità a partire dalla creazione per mezzo di numerosi profeti; da un punto di vista storico l'Islam, quale noi lo conosciamo, è una religione complessa e non va quindi intesa come opera di un singolo individuo.

Mazdeismo  Zoroastrismo Religione fondata nell'antica Persia dal profeta Zoroastro, nome grecizzato di Zarathustra. Le dottrine predicate da Zoroastro sono conservate nelle sue Gatha, gli inni contenuti nel testo sacro noto come Avesta.

Dottrine

Le Gatha presentano il culto di Ahura Mazda ("Signore della Saggezza") e il conflitto cosmico di Verità e Menzogna. Tutto ciò che è buono è emanazione di Ahura Mazda: lo è Spenta Mainyu (il "Sacro Spirito", lo Spirito benefico, forza creativa) e le entità che lo assistono. Tutto il male è causato dal "gemello" di Spenta Mainyu, Angra Mainyu (lo "Spirito malvagio" e distruttore; in persiano, Ahriman) e dai suoi aiutanti. Angra Mainyu è malvagio per scelta, in quanto alleato della Menzogna, mentre Spenta Mainyu ha scelto la Verità, come possono scegliere gli uomini: dopo la morte l'anima di ciascuno sarà giudicata al Ponte del Giudizio; il seguace della Verità lo attraverserà e sarà condotto in paradiso, mentre gli amici della Menzogna precipiteranno nell'inferno. Il male sarà infine eliminato dal mondo grazie a una sorta di prova del fuoco.

Mesencefalo  Il mesencefalo è formato da due parti principali, il tetto e il tegmento. Il tetto si trova sulla superficie dorsale del mesencefalo e contiene due collicoli superiori e due collicoli inferiori, che appaiono come quattro rigonfiamenti del tronco cerebrale. Il tegmento contiene vari nuclei che controllano i movimenti oculari; la sostanza grigia periacqueduttale, che controlla alcuni aspetti del comportamento specifico di ciascuna specie ed è coinvolta nella mediazione del dolore; e le cellule della sostanza nera di Soemmering, che partecipa alla regolazione e al controllo delle attività motorie.

Nicea   (l'odierna Iznik, in Turchia) si trovava in Bitinia, sulla sponda orientale del lago Ascania. Fondata da Antigono I, re di Macedonia, nel IV secolo a.C., prosperò durante la dominazione romana. Vi si tennero due concili ecumenici.

Ninfe   Ninfe Nella mitologia greca e nella mitologia romana, divinità minori che personificavano le forze della natura e vivevano sui monti, nelle grotte e nelle sorgenti, nei boschi e negli specchi d'acqua, nei fiumi e nel mare; erano immaginate come fanciulle bellissime, appassionate di musica e danza; non immortali, erano però destinate a lunga vita. Il loro culto era strettamente associato al culto di Pan, loro amante, guida e compagno.

Occultismo    Credenza nell'efficacia di una serie di pratiche come astrologia, alchimia, divinazione e magia, che si fondano sulla conoscenza esoterica o "occulta" (dal latino occulere, "nascondere"), della natura dell'universo e delle sue forze misteriose. Secondo i seguaci dell'occultismo questa conoscenza, che implica il concetto di "corrispondenza" fra parti dell'universo – stelle, pianeti, pietre preziose – e parti del corpo umano o eventi della vita umana, consente di influire sulle guarigioni o di conoscere il destino delle persone. Essa può includere anche la credenza in esseri – angeli, dei, spiriti – intermedi fra l'umanità e Dio, con i quali alcuni iniziati possono comunicare. La conoscenza occulta si otterrebbe mediante l'iniziazione o lo studio di testi esoterici

Ortodossia  Nelle religioni, soprattutto nel cristianesimo, nell'ebraismo e nell'Islam, i contenuti irrinunciabili che definiscono la retta confessione di una fede o di una strada di salvezza. Concentrandosi intorno alle questioni fondamentali (vedi Dogma), l'ortodossia di una religione può anche configurarsi come approccio integralista in cui la pratica della fede coincide completamente con una dottrina considerata immutabile. Nel contesto della storia cristiana il termine ortodossia ebbe rilevanza soprattutto per la Chiesa orientale e venne coniato nel 338 da Eusebio di Cesarea.

L'ortodossia come è intesa dalla Chiesa orientale, è caratterizzata da concetti importanti come quello della "retta dottrina" espressa nei primi sette concili ecumenici e intesa dal vescovo Atanasio quale incarnazione dell'unità trinitaria 

Prana  Energia vitale di tutti gli esseri viventi, che è sostanzialmente il veicolo attraverso cui operano lo yin e lo yang, in Giappone si chiama "ki", in Cina "ch'i" e in India "prana". Sebbene ogni essere vivente possieda il ki, la quantità e la qualità di tale energia variano da un essere vivente all'altro. 

Principati   Angeli di grado superiore agli Arcangeli

Raja Yoga   La forma che fonde insieme bhaktiyoga, karmayoga e jnanayoga è denominata rajayoga ("yoga reale").

Sachiel   Arcangelo inferiore oggi praticamente scomparso dalla liturgia Cristiana.

Salamandre   Enti immortali depositari della materia e della vita.

Samael   Arcangelo inferiore oggi praticamente scomparso dalla liturgia Cristiana.

San Agostino   Agostino (Tagaste, Numidia 354 - Ippona 430), filosofo e santo, uno dei più eminenti padri e dottori della Chiesa. Figlio di padre pagano e di madre cristiana, nel 371 Aurelio Agostino si recò a Cartagine per compiervi gli studi di retorica. Qui ebbe un figlio, Adeodato ("dono di Dio"), da una donna con la quale visse in concubinaggio per circa quindici anni.

All'età di diciannove anni, in seguito alla lettura dell'Ortensio di Cicerone, Agostino riconobbe in sé la vocazione alla filosofia; dopo breve tempo, aderì al manicheismo, religione di origine persiana largamente diffusa in Africa settentrionale. Insegnante di grammatica e retorica dal 373, prima a Tagaste, poi a Cartagine, nel 383 si recò a Roma, dove sperava di trovare studenti più disciplinati e migliori possibilità di carriera. A Roma, tuttavia, Agostino rimase poco più di un anno: nell'autunno del 384 si trasferì a Milano, avendo ottenuto, grazie all'aiuto di alcuni amici manichei, l'incarico di professore ufficiale di retorica della città.

L'esperienza milanese segnerà una svolta radicale nella vita e nel pensiero di Agostino. L'incontro con il vescovo della città, Ambrogio, dal quale apprende il valore dell'esegesi allegorica delle Scritture, e la scoperta dei testi dei filosofi neoplatonici, in particolare le Enneadi di Plotino, nella traduzione latina del retore Mario Vittorino, contribuiscono alla sua conversione al cristianesimo: divenuto catecumeno nel 385, Agostino riceve il battesimo dalle mani di Ambrogio nel 387.

Accostandosi al pensiero dei neoplatonici, Agostino intuisce la superiorità metafisica del cristianesimo, che risolve il problema del male definendolo come privazione o assenza d'essere, senza elevarlo al ruolo di principio sostanziale, come avevano fatto i manichei. Su tali basi la filosofia, intesa come conoscenza dell'essere, può illustrare razionalmente ciò che per la fede è certezza assoluta soltanto spostando il fuoco dell'indagine nel cuore di ogni uomo: secondo Agostino, infatti, il percorso svolto nell'interiorità dell'anima verso il riconoscimento della verità della fede corrisponde al cammino di salvezza che il cristianesimo incarna.

Motivi centrali di questo percorso, del quale Agostino ci dà al tempo stesso una narrazione in chiave autobiografica e una meditazione interiore nelle Confessioni (397), sono i temi della memoria e del tempo. Agostino esplora la dimensione della memoria dell'uomo che, oltre ai ricordi degli eventi passati, custodisce le verità prime della scienza (secondo una concezione che risale alla dottrina platonica del conoscere come ricordare), i sentimenti e le passioni, ormai sedimentati e spogliati della loro originaria forza emotiva, fino a coincidere essa stessa con l'intera dimensione latente della coscienza e a rivelarsi come il luogo della presenza di Dio nell'anima. Questa tendenza a privilegiare l'interiorità della ricerca è riscontrabile anche a proposito dell'analisi del tempo, che secondo Agostino non è una realtà oggettiva, ma esiste solo nello spirito dell'uomo. Passato, presente e futuro vengono infatti ricondotti a tre differenti aspetti di una medesima "estensione dell'anima": il presente del passato, ossia la memoria delle cose passate; il presente del presente, cioè l'intuizione delle cose presenti; il presente del futuro, ossia l'aspettazione delle cose future.

Vescovo e teologo

Tornato a Tagaste nel 389, Agostino si dedicò allo studio e alla meditazione; nel 391 venne ordinato sacerdote e nel 397 fu nominato vescovo di Ippona, in un periodo di disordini politici e conflitti teologici: i barbari premevano ai confini dell'impero, mentre la Chiesa si vedeva minacciata da scismi ed eresie. Agostino si dedicò totalmente alla lotta contro il manicheismo e le dottrine eretiche dei donatisti e dei pelagiani: i primi facevano dipendere la validità dei sacramenti dal rigore morale di chi li amministra, mentre i secondi negavano la dottrina del peccato originale. Nel corso di quest'ultimo conflitto, che fu lungo e aspro, Agostino elaborò le sue dottrine sul peccato originale, la grazia divina e la predestinazione.

Cercando una mediazione fra gli estremi del pelagianesimo e del manicheismo, Agostino affermò la presenza del peccato nell'uomo e la necessità dell'intervento della grazia divina per conseguire la salvezza, al fine di confutare la dottrina pelagiana; contro i manichei, egli difese invece la coesistenza di libero arbitrio e grazia.

Satana   Diavolo Nell'ebraismo, nel cristianesimo e nell'Islam, il supremo spirito del male, che da tempo immemorabile governa un regno di spiriti malvagi e si oppone costantemente a Dio. Il termine "diavolo" deriva, tramite il latino ecclesiastico diabolus, dal greco diabolós ("calunniatore"), e venne utilizzato nella versione greca della Bibbia (vedi Bibbia dei Settanta) per tradurre l'ebraico ha-satan ("il satana"), espressione usata originariamente come titolo di un membro della corte divina che raccoglieva informazioni sugli esseri umani nei suoi viaggi sulla Terra (vedi Libro di Giobbe). In relazione al diavolo, il problema teologico più rilevante è quello dell'origine del male.

Nella tradizione del tardo giudaismo e nel pensiero del primo cristianesimo, il diavolo, chiamato Satana, cominciò a essere considerato l'avversario di Dio. In questa trasformazione non è possibile escludere l'influenza culturale dello zoroastrismo, che oppone le potenze del bene (Ahura-Mazda) a quelle del male (Ahriman); nell'ebraismo e nel cristianesimo il dualismo è solo relativo e temporaneo, essendo il diavolo comunque una creatura in ultima istanza sottomessa a Dio. Figure diaboliche, o di angeli decaduti divenuti ostili a Dio, sono ampiamente riscontrabili nella letteratura apocalittica e nella letteratura apocrifa, ad esempio nei manoscritti del Mar Morto, nei quali il diavolo viene chiamato Belial, spirito della malvagità.

In alcune correnti del pensiero rabbinico, Satana è collegato con l'"impulso malvagio", che viene così in certa misura oggettivato e reso altro dalla coscienza dell'individuo che lo sperimenta: in questa accezione l'ebraismo e il cristianesimo intendono il fatto che gli uomini possano essere "posseduti" dal diavolo o dai demoni che a lui obbediscono.

Nel Nuovo Testamento il riferimento al diavolo appare totalmente subordinato al ministero di Gesù che libera dal male in tutte le sue forme, anche quelle legate all'esistenza e alla malvagia presenza del diavolo. In questo senso i vangeli faranno dire a Gesù: "Io vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore" (Luca 10:18).

La sostanziale sobrietà dell'approccio neotestamentario al tema del diavolo risulta evidente quando si consideri il collegamento al tema più generale della fede e dell'incredulità. In questa prospettiva addirittura Pietro sarà allontanato come "Satana" quando rifiuterà di riconoscere la necessità della passione di Gesù (Marco 8:31-33).

Nel Medioevo il diavolo ebbe una parte importante nell'arte e nel folclore, e venne rappresentato quasi sempre come malvagia creatura con coda e corna, accompagnato talvolta da diavoli a lui subordinati.

L'Islam, che riconosce l'ispirazione divina dell'ebraismo e del cristianesimo, trasse da queste fonti la raffigurazione del diavolo. Menzionato nel Corano col nome di Iblis, il diavolo è l'angelo che rifiuta di inchinarsi dinnanzi a Adamo. Allah lo maledice, ma lo lascia libero di tentare gli incauti.

Serafino Essere celeste con sei ali a cui si fa riferimento in una visione del profeta Isaia (6, 2-6). I serafini, la più alta delle gerarchie angeliche, sono caratterizzati dalla carità e posti in relazione con luce, ardore, purezza.

Silfi    Enti immortali depositari della materia, che dominano e la mantengono stabile.

Sinodo   Sinodo Assemblea dei membri del clero di una determinata Chiesa, o di parte di essa, convocata allo scopo di discutere particolari argomenti di dottrina, liturgia o amministrazione, talvolta in presenza di rappresentanti del laicato. Derivato dal greco synodos ("assemblea"), il termine "sinodo" nella prima letteratura cristiana veniva applicato a qualsiasi incontro per l'esercizio del culto.

Il primo sinodo del cristianesimo fu il sinodo apostolico di Gerusalemme, convocato per discutere della condizione dei gentili convertiti al cristianesimo (Atti 15 e Galati 2). Nel II e III secolo furono convocati numerosi sinodi per discutere le questioni teologiche e per comunicarne al papa le conclusioni, conformemente a una procedura rimasta quasi immutata fino alla Riforma protestante.

Spirito   parte infinitesimale dell’unità increata

Sublimazione (psicologia) L'attività creativa e intellettuale indirettamente capace di appagare i bisogni pulsionali. In psicoanalisi indica il processo psichico attraverso il quale l'individuo può appagare i bisogni pulsionali mediante attività che apparentemente non hanno alcun rapporto con le diverse pulsioni. In tal modo i desideri sessuali e aggressivi possono essere soddisfatti indirettamente: utilizzando l'eccitazione che deriva dalle pulsioni (detta energia psichica) per compiere le più diverse attività, ben distanti da quelle sessuali o aggressive. Secondo Sigmund Freud questa possibilità di trasformazione della pulsione è specifica dell'uomo e, in parte, giustifica il suo notevole sviluppo sociale e culturale.

sumeri veneravano quattro divinità principali, conosciute come gli dei creatori dei quattro elementi: An, dio del cielo; Ki, dea della terra; Enlil, dio dell'aria; Enki, dio dell'acqua. L'atto della creazione avveniva pronunciando la parola divina; la divinità creatrice doveva solo pianificare e pronunciare il nome dell'oggetto da creare. L'armonia del cosmo era garantita dal me escogitato dagli dei, ossia da un sistema di regole e leggi universali e immutabili a cui ogni essere doveva assoggettarsi.

Tantrismo   Il tantrismo, attraverso la recitazione di mantra e la pratica di tecniche yoga e di meditazione, cerca la via della redenzione avendo come fine ultimo il distacco da ogni legame terreno.

Telepatico    comunicazione a distanza fra due o più persone tramite la mente.

tetragramma   sacro YHWH esprime il nome di Dio, che probabilmente in origine si sarebbe dovuto pronunciare come Jaweh o Yahweh, parola riconducibile alla radice del verbo "essere". infatti in un passo fondamentale del libro dell'Esodo (3:14) Dio si rivela a Mosè proclamando: "Io sono colui che sono", una proposizione che ha dato luogo a infinite discussioni in sede esegetica, ma il cui significato non appare comunque discosto dall'idea esprimibile compiutamente con le parole: "Io sono colui che è", nel senso che Dio definisce se stesso come entità reale e realtà suprema per eccellenza, che, nel contesto specifico dell'esodo del popolo di Israele dall'Egitto, rende manifesta la sua presenza di liberatore della sua gente dalla schiavitù. La tradizione israelitica considera illecito pronunciare il nome di Dio. Esso, a motivo dell'uso tipico della scrittura ebraica di non registrare le vocali, compariva nella redazione antica della Bibbia in forma consonantica come Yhwh, sostituito nella lettura con il termine più generico Adonai ("Signore"), in quanto soltanto il sommo sacerdote era autorizzato, una sola volta all'anno (durante la festa dello Yom Kippur), a pronunciare solennemente il nome ineffabile della divinità. Quando, nel VII secolo d.C., i dotti masoreti si accinsero a dotare di vocali i libri biblici per renderne più sicura la tradizione testuale, inserirono nel tetragramma sacro le vocali di "Adonai", dando luogo alla forma "Yehowah" che sta all'origine del nome Geova.

Tranfert      contraccolpo di una volontà non incanalata correttamente sul soggetto.

Zen  Buddhismo Zen. Indirizzo di pensiero sorto in Cina dall'incontro del buddhismo mahayana con il taoismo e diffusosi prevalentemente in Giappone a partire dal XII secolo: "zen" è la forma giapponese della parola cinese chan, a sua volta connessa con il termine dhyana, che in sanscrito esprime la condizione contemplativa che libera la mente dalla distinzione fra il sé e la realtà esterna. Si tratta del tentativo, comune anche ad altre scuole buddhiste, di superare i condizionamenti delle proprie sensazioni attraverso la consapevolezza del "vuoto" (sunyata) che caratterizza tutte le cose.

Zoroastro o Zarathustra   profeta persiano fondatore dello zoroastrismo. Noto nell'antica Persia col nome di Zarathustra, nacque da una famiglia di cavalieri, gli Spitama, probabilmente nel periodo anteriore a quello dei re achemenidi; ritiratosi nel deserto in meditazione, fu colto da visioni estatiche in cui gli apparve Ahura Mazda ("Signore della Saggezza"), il principio del bene, che gli ordinò di combattere il principio del male, Angra Mainyu. Le Gatha, una parte dell'Avesta, riportano le sue conversazioni con la divinità. Dopo anni di lotte con i sacerdoti del feroce culto di Mitra, Zoroastro trovò un sostenitore in Vishtaspa, re di Chorasmia (l'attuale Turkestan), che patrocinò la diffusione della sua religione. Pur mantenendo l'adorazione del fuoco, lo zoroastrismo proibiva i riti orgiastici connessi con i tradizionali sacrifici persiani agli dei.

Le Gatha presentano il culto di Ahura Mazda ("Signore della Saggezza") e il conflitto cosmico di Verità e Menzogna. Tutto ciò che è buono è emanazione di Ahura Mazda: lo è Spenta Mainyu (il "Sacro Spirito", lo Spirito benefico, forza creativa) e le entità che lo assistono. Tutto il male è causato dal "gemello" di Spenta Mainyu, Angra Mainyu (lo "Spirito malvagio" e distruttore; in persiano, Ahriman) e dai suoi aiutanti. Angra Mainyu è malvagio per scelta, in quanto alleato della Menzogna, mentre Spenta Mainyu ha scelto la Verità, come possono scegliere gli uomini: dopo la morte l'anima di ciascuno sarà giudicata al Ponte del Giudizio; il seguace della Verità lo attraverserà e sarà condotto in paradiso, mentre gli amici della Menzogna precipiteranno nell'inferno. Il male sarà infine eliminato dal mondo grazie a una sorta di prova del fuoco.

Le Gatha e i Sette Capitoli

La complessità strutturale delle Gatha è stata spiegata partendo dal presupposto che lo Zoroastrismo abbia armonizzato due sistemi religiosi. Il primo, delineato nelle Gatha, è molto probabilmente opera dello stesso Zoroastro e descrive il culto di Ahura e delle sue emanazioni; il secondo, incentrato sul culto di un Signore custode della Verità, è attestato in una parte dell'Avesta composta dopo la morte di Zoroastro, i Sette Capitoli che presenta, attribuendole al maestro, dottrine alquanto diverse da quelle delle Gatha. Nei Sette Capitoli le emanazioni compaiono accompagnate da altre astrazioni sacrali; lo stesso Ahura Mazda, con i suoi attributi divini e le mogli (Ahurani), è più assimilabile al dio Varuna del più antico testo religioso indiano, il Rig Veda (vedi Veda), che alla divinità presentata da Zoroastro.

Lo Yasna e il Vendidad

Le Gatha e i Sette Capitoli fanno parte di una più ampia liturgia, lo Yasna, le cui sezioni rimanenti costituiscono ulteriore testimonianza di uno zoroastrismo a cui si sovrappongono quegli elementi del politeismo dei popoli ariani riscontrabili anche negli Yasht, gli inni rivolti alle singole divinità. L'ultima parte dell'Avesta, il Vendidad o Videvdat, fu composto nella Persia orientale, come rivelano la lingua e i toponimi, dopo la conquista greca della Persia nel IV secolo a.C. Esso è fondamentalmente una codificazione del rituale e della legge che rispecchia i costumi attribuiti dallo storico greco Erodoto ai magi, una casta sacerdotale nata fra i medi.

Storia Il primo re persiano che riconobbe la religione predicata da Zoroastro fu probabilmente Dario I. Anche suo figlio, Serse I, fu un adoratore di Ahura Mazda, mentre Artaserse I, che regnò dal 465 al 425 a.C. promosse una forma di sincretismo fra la dottrina di Zoroastro e il vecchio politeismo: le tracce di questo sviluppo sono ben visibili nelle diverse componenti degli Yasht. Artaserse II venerava Ahura Mazda e Anahita; durante il suo regno fu probabilmente costruito il primo tempio persiano. Sotto la dominazione dei Seleucidi (greci, 312-65 a.C.) e degli Arsacidi (parti, 247 ca. a.C. - 224 d.C.), prosperarono accanto allo zoroastrismo culti e divinità straniere. La nuova dinastia persiana dei Sassanidi (224-636 d.C.) proclamò lo zoroastrismo religione di stato della Persia. Nonostante l'islamizzazione della Persia, avvenuta dopo la conquista araba del VII secolo, lo zoroastrismo sopravvisse in piccole comunità nelle regioni montuose di Yezd e Kerman. Il culto di Zoroastro, attualmente, conta circa 18.000 fedeli in Iran. Numerosi in India, soprattutto nella zona di Bombay, gli zoroastriani, detti parsi (letteralmente "persiani"), celebrano ancora la liturgia avestica e curano il fuoco sacro, ma soltanto in pochi seguono l'uso di esporre i cadaveri sulle cosiddette torri del silenzio perché siano preda degli avvoltoi.

Indietro