IL CAVALIERE SILENZIOSO

 

Ogni  mattina  Laro, si alzava al primo canto dell' allodola cercando di far meno rumore possibile. nello scendere la ripida scala a pioli che conduceva dal piano di sopra giù alla cucina.

Laro é un vecchio barrocciaio da tiro e da trotto perciò niente le fa paura,

scendeva giù a prepararsi un buon caffé e un po di avena calda per il suo cavallo.

Prendeva un pò di cibo e scendeva nella stalla, attaccava il barroccio al cavallo e via sotto le stelle;

non le piaceva destare sua moglie sapendo quanto si dava da fare per tirare su i figli, ne tanto, meno sua madre. Quanti anni Niccolina era stata a fianco dal padre nei tempi tristi,

colmi di tribolazioni, ora Laro voleva che si riposasse di piu, anche perché era gia nell'etá avanzata degli ottanta.

Una mattina, come di consueto al suo fare Laro, scende in cucina per preparare le cose necessarie; ad un tratto trasale dallo stupore, mamma, perché sei qui.

Ho deciso di preparare io come facevo una volta figlio, mi sento una nullitá cosi come mi vuoi tenere, io nell' ovatta non ci posso stare.

Ma hai tanto da fare durante il giorno, a sferruzzare con i ferri per preparare i vestiari a me e hai tuoi nipoti.

Che vuoi che sia, o gli animali a cui accudisci?

Che vuoi che sia ripeteva le giornate sono lunghe , poi benedetto figlio non sai quando s’invecchia si dorme meno, te ne accorgerai.

Forse sarà vero rispose Laro io non vedo l’ora di riposarmi

Davverro Laro,

Laro devi sapere, io ti sento ogni mattina e prima di te scorgo il carro dell' orsa maggiore che lentamente torna al suo paradiso, ed odo il canto dell' allodola tra i rami di alloro e i gufi che sul tetto stracicano le ali come coperta di pizzo, e vedo il cielo notturno tramutarsi di veli luminosi e dorati quali, penetrato in camera e pare la mia stanza si misera uno scrigno d'oro, odo la ruota del mulino distante girare lentamente nel silenziose l’acqua scivolare lungo la steccaia per tornare al nostro rio e le fate, rìsalire ballando sulla scia dell'acqua, ma non parliamo più bevi il caffé e porta giú la biada e vai.

Laro si stupiva di tutto, a sera ne parlo alla moglie.

Che ci vuoi fare; rispondeva Lisa, lasciamola fare per non toglierle di rispetto.

La mattina seguente Laro, trovo ancora sua madre vicino al camino, non le disse niente di rimprovero ma con tanta dolcezza disse buon giorno mamma.

Vieni é tutto pronto,

sai ho sentito la pioggia battere sui vetri, il bagliore dei lampi e il frastuono del tuono mi hanno svegliata ti ho preparato la mantella e l’ombrello d' incerato col manico di legno cosi sei più sicuro.

A sera, Laro ne parlava ancora con la moglie

Laro diceva Lisa,

devi sapere quando io scendo la trovo addormentata li sul ceppo sotto il camino tutta avvolta nel suo scialle, dorme sino alle dieci poi mangia e si mette a sferruzzare, Laro  scuoteva la testa.

A sera i nepoti si radunavano intorno alla gran nonna.

Nonna, nonna raccontaci una fiaba,

e lei con aria orgogliosa raccontava stupende fiabe di castelli, e principesse.

Laro si affezionò di piu a sua madre,

ormai in cor suo ci teneva anche se non lo voleva dire di trovare quella madre amorosa, che ogni mattina era li ad attenderlo, sapeva gia che la madre aveva sempre una scusa plausibile per la sua presenza.

Laro, ero preoccupata

non ho udito la ruota del vecchio mulino girare, ne l’acqua scivolare, lungo la steccaia, nei i gufi.strascicare la coperta di pizzo, ne le fate ballare sull' acqua ma ho visto bianchina adagiata sui vetri della finestra e il cielo tutto chiaro, cosi sono scesa.

Oggi non accendere il lume a petrolio, tanto, il cammino e chiaro, Laro in silenzio, apri gli scusi delle finestre e vide intorno la neve. ecco perché avevo una gran voglia di dormire.

Laro, disse sua madre - non dormire di più, mai di più, specie se é nevicato.

Perché madre

Perché passa il cavallo silenzioso col suo cavaliere e ti porta via.

Chi e madre questo cavaliere

Non so, non l'ho mai visto rispondeva, ma ho sempre sentito dire, che quando passa lui qualcuno porta via.

Prima che Laro ribadisse le porse la sciarpa di lana, il cappuccio e i guanti dicendo; copriti altrimenti avrai freddo.

A sera Laro raccontò tutto a Lisa, i ragazzi che avevano ascoltato, si radunarono di nuovo intorno al camino dove era la nonna Niccolina.

Nonna, raccontaci la fiaba.

Niccolina orgogliosa  iniziava; dovete sapere la sul colle dove c’è quelle rovine, prima c'era un castello.

No no questa nonna no.

E quale?

Vogliamo quella che hai raccontato al babbo, quella del cavaliere silenzioso.

La nonna un po preoccupata raccontava,

dovete sapere che c'e un cavallo molto silenzioso quale ogni giorno col suo cavaliere scende dalla sua dimora e corre lungo i sentieri, attraversa valli accidentate prati e fiumi; corre per il paese ma nessuno sente il suo scalpitare sulla terra,

felice nel suo silenzio porta via quello che le piace

di più.

Anche qui nonna.. dicevano i ragazzi stupiti,

e di dove viene.

Viene dalle montagne più alte del mondo, quelle che stanno dietro le nuvole.

Nonna tu l’hai visto?

No, ma lo so perché lo dicevano i miei nonni.

Nonna porta via anche noi?

No.. perché siete troppo giovani

Ma te no vero nonna dicevano i ragazzi stupiti

Oh no, me non mi porta via perché sono desta prima di lui.

Brava nonna dissero ridendo

Laro e sua moglie si guardarono con occhi d’istesa,

cosi passarono vari mesi di ogni stagione.

Niccolina era sempre presente nelle albe di primo mattino Laro scese la scala fischiettando, era allegro, l’aria primaverile era entrata attraverso le fessure della finestra portando una nota di allegria,

vide la luce accesa in cucina e sorrise,

sua madre era  già alzata, mamma chiamò a bassa voce per non destare suoi.

Niccolina non rispose

Laro la guardò, si era assopita sotto il camino,

guardò sulla tavola tutto era pronto, prese e partì,

povera mamma pensò é, stanca s'e affaticata tanto in questi ultimi tempi, lei ha sempre avuto il ricco senso del dovere.

Cosi la trovò anche la nuora, quando si alzò,

in silenzio preparò i ragazzi per la scuola dicendo loro dì non svegliare nonna; frettolosi bevvero il caffé, poi si voltarono e con la mano mandarono un bacio alla nonna.

Anche quando Lisa ritornò dalla spesa dormiva sempre, le si avvicino dicendo Niccolina svegliatevi vi scaldo un po di caffè, la toccò leggermente sulla spalla cercando di scuoterla, Niccolina cadde giù ai piedi di Lisa.

Lisa diede un grido, poi corse fuori a chiamare gente,

era distesa a terra con un semplice vestito nero a pois, lo scialle sulle spalle, i capelli adorni a cigno sulla nuca, un paio di ciabatte, un grembiule scuro e un sereno sorriso sul pallido volto

Il cavaliere silenzioso era tornato nel mese di primavera nell’aria profumata di fiori, ma non nel silenzio, forse l’aveva destato il canto degli augelli, l’odor di mimosa o l’acqua canterina.

Era sceso in paese, in quel piccolo ghetto di case vecchie con la strada sassosa, nessuno lo aveva sentito neanche lei, era venuto piano per portarsi via quell'amore che da tanto aspettava.

Lisa disse alle amiche: dobbiamo vestirla a nuovo, (vestirla a nuovo per chi, per gli altri, ma al cavaliere silenzioso era piaciuta così)

Quando il tramonto colorò il cielo tornò Laro, Lisa le andò incontro, sai e passato il cavaliere silenzioso, Laro si passò la mano sul viso per non farsi vedere piangere, si levò il berretto sbattendolo a terra dicendo, nessuno può sfuggire al cavaliere silenzioso è scritto.

 

                                      Argia Bonaccorsi